Casaleggio conferma tutto

Davide Casaleggio è indubbiamente il politico più divertente da commentare. Ha la capacità, unica nel suo genere, di confermare ogni accusa gli venga rivolta nelle smentite che pubblica.

L’ultima volta è accaduto lo scorso primo dicembre. Volendo smentire le inchieste del Riformista sulla consulenza di Philip Morris a Casaleggio Associati e anticipare la figuraccia rimediata con l’inviato delle Iene (Antonino Monteleone, che pure Casaleggio conosce bene), ha scritto la solita nota su Facebook. È imbarazzante, perché si tira la zappa sui piedi letteralmente nella prima frase.

Scrive, infatti, Davide Casaleggio che le Iene si sarebbero intrufolate nel “cortile privato dell’ufficio”. Solo che quello non è il suo ufficio. Lo so, perché lì ho lavorato quasi quattro anni. Antonino ha raggiunto Davide nel cortile della sede dell’Associazione Rousseau, che fu la sede di Casaleggio Associati ma ora non più. Quello non è l’ufficio di Casaleggio, che pare confondere le due realtà. Bizzarro.

Vi risparmio la lettura della sua tirata che, se volete, trovate qua, ma voglio riportarvi, per amore di cronaca, ciò che di falso e inesatto Casaleggio scrive.

Il rapporto tra Casaleggio Associati e il Movimento 5 Stelle

Sul rapporto tra Casaleggio Associati e Movimento 5 Stelle l’Erede ci spiega:

Un esempio di successo noto a tutti di come la Casaleggio Associati operi, per competenze e risultati ottenuti, è quello del MoVimento 5 Stelle per il quale ha curato la strategia iniziale ancor prima della sua costituzione avviando una partecipazione civica digitale…

Falso. Casaleggio Associati non ha “curato la strategia iniziale”. Io ho lavorato in Casaleggio Associati, come dipendente, tra il 2007 e il 2010, proprio quando l’azienda strutturava, fondava e finanziava il nascente partito (a proposito, tutto a posto con le norme sul finanziamento ai partiti?). Il Movimento 5 Stelle è un’idea di Gianroberto Casaleggio, padre di Davide. Casaleggio per anni ha usato le risorse dell’azienda, soldi e personale – incluso il sottoscritto – per gestire il partito, decidendone indirizzo e spesso personale politico. Questo anche mentre tra i clienti c’era un altro partito, Italia dei Valori, le cui strategie comunicative venivano coordinate con quelle del Blog di Beppe Grillo / Movimento 5 Stelle. Io c’ero, in quelle stanze. Lo so, lo posso testimoniare, l’ho dimostrato nei due libri che ho scritto, Supernova e Il sistema Casaleggio.

Le attività commerciali di Casaleggio Associati

Scrive Davide sulle attività della propria società:

Qualunque società che conosce le attività e le competenze tecnologiche e di business presenti all’interno di Casaleggio Associati, ne percepisce i vantaggi di impatto sull’evoluzione del proprio business.

Opinabile. Le “competenze tecnologiche” presenti all’interno di Casaleggio Associati sono le stesse che avevano gestito la piattaforma Rousseau fino al 2017/2018. Il Garante della Privacy, nelle conclusioni dell’inchiesta sulle violazioni di sicurezza subite dalla piattaforma, ha descritto come gravemente carenti sia tecnicamente che in termini di amministrazione le scelte operate sulla gestione del progetto. Se il “successo noto a tutti” è indicativo delle competenze tecnologiche dell’aziendina di Davide, io fossi loro cliente scapperei a gambe levate. Chissà perché, invece, i più grandi poteri e interessi commerciali del pianeta sembrano essere irresistibilmente attratti da una società il cui capo possiede il partito di governo del Paese. Misteri.

Casaleggio Associati non si occupa di politica e dal 2016 gli sviluppi tecnologici a supporto del blog e del MoVimento 5 Stelle sono a cura e in gestione dell’Associazione Rousseau, un’associazione senza scopo di lucro con personale e sede distinta.

Anzitutto, andrebbe chiarito cosa significhi “occuparsi di politica”. Perché, ad esempio, il contratto che Casaleggio Associati ha stipulato con la Moby di Onorato parla proprio di “sensibilizzare le istituzioni”, come riporta il Corriere della Sera. A me, ma posso sbagliare, pare che questo si possa definire “occuparsi di politica”, per soldi peraltro. Inoltre non è corretto dire che dal 2016 delle attività relative al Movimento si occupa l’associazione Rousseau. Se n’è occupata Casaleggio Associati almeno fino al novembre 2017 come testimoniato dalle carte dell’inchiesta del Garante della Privacy già citata. Le comunicazioni avvengono anche tramite PEC di Casaleggio Associati e la sede presso cui vengono condotte le ispezioni è quella di Via Morone 6 che all’epoca ospitavano gli uffici di Casaleggio Associati e di Rousseau. Come riporta l’AdnKronos, l’azienda cambiò sede solo nel dicembre del 2018, o poco prima.

La confusione tra partito e clienti

Continua poi:

Il lavoro di Casaleggio Associati si focalizza ad esempio su progetti di innovazione digitale, strategie di marketing e comunicazione, ricerche ed analisi sui mercati digitali e applicazioni software.

Il problema, qui, è capire se qualcuna di queste attività si avvicini troppo a quelle dell’altra occupazione del proprietario di questa società, cioè il dirigente politico. Viene il dubbio perché ci sono alcuni precedenti, come abbiamo raccontato io e Nicola Biondo sia in Supernova che nel Sistema Casaleggio.

Nel 2010, mesi dopo essermi licenziato da Casaleggio Associati, assisto al nuovo spettacolo di Beppe Grillo a Torino. All’epoca era già stato fondato il Movimento 5 Stelle. Ebbene, verso la fine dello spettacolo Grillo proietta per oltre un minuto un filmato che sembra la pubblicità di un prodotto. Perché lo è: sta sponsorizzando un Robot chirurgico distribuito in Italia da un altro cliente di Casaleggio Associati, per cui anche io avevo svolto delle attività fino a pochi mesi prima.

Casaleggio aveva il vizio di usare i propri clienti come asset per gli altri, come quando lo stesso Grillo venne convinto a partecipare alla festa dell’Italia dei Valori tre anni prima. Questa confusione di ruoli, questa mancanza di compartimenti stagni tra le diverse attività dentro e fuori l’azienda dovrebbero far suonare più di un campanello di allarme alle procure che hanno iniziato ad approfondire questi argomenti.

Scrive ancora Casaleggio:

Non ho mai richiesto nulla per i clienti di Casaleggio Associati a eletti o governanti del MoVimento 5 Stelle, mantenendo sempre una distinzione netta tra le due realtà.

Ah. E cosa ci fa Virginia Raggi sul sito della campagna “cambia gesto” promossa dalla multinazionale del tabacco Philip Morris, che è cliente di Casaleggio Associati? Per caso, ipotesi, non è che alla sindaca venne suggerito che poteva giovare alla sua immagine la sua presenza, così così come a Philip Morris?

Però attenzione, il meglio arriva ora. Casaleggio cerca di ribaltare la frittata e accusa uno degli autori delle inchieste di questi ultimi giorni, Aldo Torchiaro, di conflitto d’interessi. Perché? Perché lavora per un’azienda che tra i propri clienti annovera due concorrenti di Philip Morris. Ma davvero? Avere rapporti di secondo grado con un’azienda costituisce conflitto d’interessi? Allora ha ragione Il Riformista: il fatto che ci sia un rapporto non di secondo grado ma diretto tra Casaleggio e Philip Morris dovrebbe costituire, secondo la logica dello stesso Casaleggio, un conflitto d’interessi maggiore.

Il rapporto con il governo

Infine, Casaleggio nega di aver partecipato a riunioni governative per definire la finanziaria. Solo che nessuno l’ha mai accusato di questo fatto: si è solo ribadita, con documenti e testimonianze, l’ovvia influenza che le sue opinioni hanno sul partito e ricordato il fatto che presiedesse vertici di partito su decisioni riguardanti le attività di governo. Lo ha spiegato bene il Senatore De Falco, lo spiegò all’epoca l’europarlamentare Daniela Aiuto, lo ha ribadito l’ex ministro Fioramonti.

L’unico contributo pubblico che ho dato quest’anno é la ricerca sul futuro dell’Italia post Covid realizzato con l’Associazione Gianroberto Casaleggio

Anche quel documento è molto, molto interessante. Ci torneremo in una delle prossime settimane.

Il conflitto d’interessi

Ma il meglio di sé, in assoluto, lo Casaleggio lo dà in chiusura. Dopo aver cercato di allontanare da sé, per tutto lo scritto, l’ipotesi che ciò che lui fa come imprenditore abbia qualcosa a che fare con le sue attività di dirigente politico, ecco che arriva il lampo di genio:

[…] perchè la diffamazione nei miei confronti e della nostra società, questa volta, evidentemente non è l’unico obiettivo.

Purtroppo, in questa frase risulta chiarissimo il retropensiero: è chiaro che attaccano la società per attaccare il partito (o meglio, il suo nuovo pupillo, Alessandro Di Battista). E perché mai, carissimo, se sostieni che quello che fai con l’azienda è ben separato da quello che fai col partito? Come puoi pensare che le due cose siano collegate? Ma soprattutto: se lo pensi tu, perché mai non dovremmo pensarlo noi?

Rousseau prepara l’artiglieria pesante

Lo scorso lunedì l’Associazione Rousseau ha presentato alcune novità che hanno irritato i dirigenti del Movimento 5 Stelle. Tre sono, secondo me, quelle più importanti per capire come Davide Casaleggio stia capitalizzando a proprio favore il tempo e l’impegno degli attivisti, a discapito delle necessità dei parlamentari.

Le nuove modalità di finanziamento

Primo: le modalità di finanziamento. C’era un modo per mettere in difficoltà Casaleggio e l’Associazione Rousseau, per i parlamentari che vogliono allontanare l’Erede dalla gestione del partito: tagliare i fondi. Rousseau, com’è noto, si sostiene principalmente grazie ai trecento euro che i parlamentari dovrebbero versare all’Associazione ogni mese. Una fornitura di servizi che, in realtà, è una forma di noleggio del seggio parlamentare. Solo che, con l’avvicinarsi della scadenza del secondo mandato, molti parlamentari, non avendo nulla da perdere a entrare in conflitto con Casaleggio, hanno smesso di versare la quota.

Così, Casaleggio ha pensato di aumentare la percentuale di finanziamento da parte degli attivisti con iniziative che saranno scadenzate nel tempo. La prima, è la possibilità di una forma di donazione ricorrente. C’è poi del merchandising. Altre iniziative saranno annunciate prossimamente.

Questa mossa gli permetterà di consolidare la propria posizione di supremazia rispetto al partito in Parlamento, rafforzando il proprio rapporto con la base, al posto dei rappresentanti eletti, e drenando una possibile fonte di sostentamento per l’entità Movimento 5 Stelle, che dovrà sempre più dipendere dalle capacità organizzative di Rousseau.

Il patto Stato-Casaleggio coi futuri parlamentari diventa più solido: chi verrà eletto non avrà nemmeno più il potere di controllo finanziario rispetto al broker di seggi, che sarà padrone definitivo della cassa del partito.

Le novità sul profilo attivista

Secondo: una più efficace profilazione degli attivisti. Casaleggio sta già pensando alle prossime politiche. Mentre i parlamentari cercano di spostare il baricentro da Milano a Roma con l’istituzione, che dovrà essere votata su Rousseau, di un direttorio 2.0, l’Erede raffina i propri algoritmi in vista della selezione dei prossimi candidati.

Come ho sempre detto, il cuore del potere di Casaleggio è la gigantesca profilazione che attraverso la piattaforma Rousseau viene fatta su parlamentari e attivisti. Chi ha in mano i dati, chi può controllarli, analizzarli, estrarre valore, ha il potere negoziale maggiore nella gestione di un’organizzazione. Comprese le organizzazioni politiche come Rousseau e il Movimento.

Ha fatto molto parlare la nuova funzione “Mi Fido”, attraverso la quale ciascun iscritto può sponsorizzarne un altro. I parlamentari non l’hanno presa bene, perché molto velocemente si è capito che l’ala di Alessandro Di Battista è ampiamente maggioritaria nella base, anticipando – e quindi anche indirizzando – i risultati delle future consultazioni sugli Stati Generali. Un vero e proprio sabotaggio a rallentatore, iniziato settimane prima dell’evento e ancora in corso.

Ma questa funzione è servita da diversivo per una più importante novità, non capita dai distratti dirigenti romani. Casaleggio ha infatti annunciato un “sistema dei meriti” che servirà per “far emergere tutti coloro che creano valore per il MoVimento 5 Stelle”. Lo scopo è contrastare la notorietà che la carica elettiva conferisce resasi evidente nella selezione dei delegati a parlare agli Stati Generali. Di Maio, per esempio, pur essendo molto in fondo alla lista per le votazioni – sulla base della profilazione già esistente costruita sulle proprie competenze e sulle attività di Rousseau a cui si è partecipato, è stato comunque selezionato. Casaleggio vuole evitare che i parlamentari uscenti possano promuovere con successo propri fiduciari. Per questo, il sistema dei meriti permetterà, grazie a una più granulare profilazione, di dare vantaggi sulla base di criteri arbitrari decisi da Casaleggio.

Come risulta evidente, non è sufficiente detenere la proprietà dei dati: è fondamentale la capacità di saperli usare. Il Movimento 5 Stelle non ce l’ha: ce l’ha Rousseau. Ce l’ha Casaleggio, che ha così l’opportunità di trarne vantaggio.

Non smette, inoltre, la campagna presso gli attivisti sul Blog delle Stelle da parte di Rousseau. Ogni giorno viene pubblicato un articolo di Gianroberto Casaleggio, un’intervista di Davide o altri contenuti che, a leggerli bene, sono un atto di accusa verso il movimento parlamentare che osa mettere in discussione il ruolo di Rousseau. È la guerriglia a bassa intensità che proseguirà per anni, fino alle prossime politiche nel 2023.

Gli ambasciatori di Rousseau

Ultima novità: gli ambasciatori di Rousseau. I primi verranno istruiti a metà dicembre. Saranno selezionate 150 persone alla volta (sulla base, guarda un po’, dei “Mi Fido”, cioè principalmente nella corrente Di Battista) a cui sarà fatto un lavaggio del cervello sulla bellezza del mondo di Rousseau e della democrazia diretta di Davide. Casaleggio sta costruendo un esercito di sostenitori personali, che risponderanno solo a lui, a cui chiederà di fare propaganda per i propri servizi. Che potrà usare per amplificare le richieste di donazione, spingere per l’utilizzo di una certa funzione, diffondere determinati orientamenti tra gli attivisti e, di nuovo, drenare risorse di attivismo dal partito in favore dell’Associazione Rousseau.

Nell’annuncio comparso sul Blog delle Stelle, Casaleggio spiega che l’obbiettivo è quello di permettere di “fare rete tra persone in tutta Italia che condividono lo stesso desiderio di rinnovamento”. Ma questo non sarebbe lo scopo del Movimento 5 Stelle?

Queste novità, che sono state annunciate dopo l’evento sugli Stati Generali ma prima delle relative votazioni, puntano tutte nella stessa direzione: Casaleggio sta cominciando a strutturare la futura classe dirigente del partito, sta fidelizzando a sé gli attivisti, sta drenando risorse finanziarie, prosciugando il bacino dei parlamentari per dare ad Alessandro Di Battista, con cui ha una consuetudine decennale anche per pregressi rapporti professionali, una piattaforma vincente quando i nodi politici verranno al pettine. Un nuovo accordo, dopo che si è sciolto quello che aveva siglato con Luigi Di Maio nel 2016, al quale però può lavorare con molto anticipo, assicurandosi di evitare il conflitto che si è generato durante questa legislatura.


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Sette motivi per cui Rousseau e il M5s non spariranno

Questa è stata la settimana in cui è iniziata davvero la trattativa per portare Forza Italia in area di governo. Vedremo se sarà un appoggio esterno, se verrà concesso a Berlusconi qualche sottosegretario, come reagiranno Salvini e Meloni. Ma ormai è chiaro che questa legislatura vedrà perfino una qualche forma di accordo tra Berlusconi, Casaleggio e Grillo.

Di Maio, in alcune interviste dopo gli Stati Generali, si era dichiarato disponibile. Bettini (PD), titola Linkiesta, offre un “patto del Nazareno” a Berlusconi e allo stesso Di Maio.

C’è anche stato l’episodio del presidente della commissione antimafia Morra, con una dichiarazione spiacevole sulla defunta presidente di Forza Italia della regione Calabria, Jole Santelli. La gaffe è stata subito sfruttata dal centrodestra per chiederne le dimissioni, ma il senatore osserva con attenzione anche le reazioni dei suoi compagni di Partito.

Di Maio, ad esempio, ha incontrato poche ore dopo la presidente del Senato Casellati. Di cosa si è parlato, non è stato reso noto, ma il deputato europeo M5s Corrao, vicino ad Alessandro Di Battista, spera che “non si sia parlato di intese con Berlusconi”. Segno che probabilmente si è proprio parlato di intese con Berlusconi.

Casaleggio, Rousseau, il voto e i candidati

Casaleggio, sul tema, ha detto che qualsiasi cambio di maggioranza dovrà essere votato su Rousseau. Aggiungendo, in un’intervista al Corriere della Sera, che la selezione dei candidati del Movimento 5 Stelle dovrà rimanere compito di Rousseau e non passare, come chiedono i parlamentari, al Movimento 5 Stelle. Perché, spiega, ci sarebbe un conflitto d’interesse tra le persone che devono selezionare i candidati, tra cui sé stessi. Ma è ovvio che la selezione dei candidati è funzionale a mantenere la sua influenza: Casaleggio infatti si comporta come un broker di seggi parlamentari, che noleggia per 300€ al mese. Poter decidere il metodo con cui selezionare i candidati è ciò che glielo permette.

Ma non è tutto. Il vantaggio di una struttura “leggera” come Rousseau è quella di poter prendere decisioni velocemente, anticipando le mosse dei propri concorrenti, compreso il Movimento parlamentare. Proprio oggi, lunedì 23 novembre, Rousseau lancia il “Piano 2020/2021”. Un’iniziativa sia per la raccolta di fondi – data la riluttanza di parte dei parlamentari a versare le proprie quote – sia per anticipare alcune richieste che sono emerse dagli Stati Generali. Quella che mi sembra la più significativa è la necessità di luoghi d’incontro fisici.

Casaleggio propone nuovi strumenti di relazione digitali e una “struttura decentralizzata”. Chiarissimo il tentativo, che verosimilmente riuscirà, di fare concorrenza agli Stati Generali. Vito Crimi si è affrettato a dire che non si tratta di un’iniziativa del Movimento, ma do Rousseau, ma le comunicazioni che arrivano a chi decide di partecipare all’evento di oggi sono confuse. La mail arriva con mittente “Iniziative a 5 Stelle”, presenta i due marchi “Movimento 5 Stelle | Rousseau”, sembra in tutto e per tutto un’iniziativa del partito.



L’utilizzo anche del marchio “M5s” per questo evento ha fatto infuriare Luigi Di Maio, dice chi è vicino al ministro. Casaleggio considera il Movimento roba sua e ne dispone come meglio crede senza nessun interesse per le dichiarazioni di quelli che considera “strumenti” del proprio Sistema, i parlamentari.

Questi episodi saranno sempre più frequenti da qui al prossimo voto: è la guerriglia a bassa intensità che si sta combattendo tra il Sistema Casaleggio e il Movimento parlamentare.

Sette motivi per cui Rousseau e il M5s non spariranno

Dall’8 settembre 2007, quando i lettori del Blog di Grillo si manifestarono fisicamente in piazza, e poi da quando nel 2009 venne fondato il M5s, leggo dai più diversi commentatori che il partito di Casaleggio è destinato a scomparire. Dopo tredici anni, quindici se si considera l’anno di apertura del Blog, siamo ancora qui. Credo che nemmeno alla prossima tornata elettorale il Sistema Casaleggio svanirà come neve al sole. Ecco i sette motivi per cui non accadrà.

1. Le motivazioni di Casaleggio

Se all’inizio il ruolo del clan Casaleggio era per lo più ignoto, ora è noto che il proprietario del partito sia l’Erede di Gianroberto. Chi non ha chiaro questo concetto, che io e Nicola Biondo ripetiamo dal 2016, riconosce per lo meno un ruolo della struttura di Casaleggio. Davide non gestisce il Movimento 5 Stelle, tramite Rousseau, per divertimento, ma per soldi e influenza. Mantenere il ruolo di recettore dei desiderata dei portatori d’interessi, nazionali e internazionali, è ciò che gli consente di fare business con la propria società, Casaleggio Associati.

Senza le relazioni che può coltivare grazie al fatto di controllare un partito, l’azienda verosimilmente non starebbe sul mercato. Anche solo perché non si è mai misurata col mercato vero, senza gli agganci con la finanza milanese prima e la politica romana poi. Rousseau è, di fatto, una spin off di Casaleggio Associati ed è gestita come un’azienda: non può permettersi che fallisca.

2. La struttura organizzativa

I partiti sopravvissuti alla seconda repubblica e ancora influenti non sono molti, nonostante molti ne siano stati fondati negli ultimi anni. La maggioranza di questi non è rappresentata in parlamento da due legislature. Verdi, Radicali, rifondatori  comunisti, Sel, la lista Monti, Udeur, Italia dei Valori, hanno avuto soprattutto problemi con la struttura organizzativa. In alcuni casi non c’era, in altri era troppo costosa. Sono rimasti quelli con una forte componente ideologica, dopo una drastica cura dimagrante dei costi (Forza Italia, Lega, Fratelli D’Italia), o una solida struttura organizzativa (PD, Movimento 5 Stelle).

Quella del Movimento 5 Stelle, come abbiamo visto, è non solo leggerissima, ma è anche gestita con mentalità imprenditoriale, che la rende più efficiente di quella dei concorrenti. È, o cerca di essere, allo stesso tempo sia lontana dalle logiche di distribuzione del potere che molto ben inserita negli uffici che contano.

Soprattutto: esiste. Il M5s è stato favorito, nella sua scalata, dalla narrativa che raccontava il partito come una manica di scappati di casa che non avrebbero combinato nulla. Tralasciando colpevolmente, per molti anni, di raccontare la macchina milanese, il sistema Casaleggio, che governa i processi e la comunicazione, studia e implementa strategie, si occupa della burocrazia del Movimento con una struttura mai sottoposta ad alcun controllo democratico.

Fattore importante, è una struttura che meglio di altri ha saputo utilizzare i dati, anche commettendo gravi errori e violando molte leggi. Il valore, in termini elettorali, che Rousseau è in grado di estrarre da un dato è almeno un ordine di grandezza superiore a quello che sono in grado di estrarre i concorrenti.

3. La strategia della sinistra italiana

I complici. Non saprei come altro definirli. Il Movimento 5 Stelle non scomparirà pure perché la sinistra italiana, soprattutto il Partito Democratico, ha rinunciato a elaborare una proposta più attraente, preferendo il tentativo di appropriarsi dei voti di Casaleggio e Grillo. Non funzionerà. Non sta funzionando. Il conflitto d’interessi di Casaleggio, che persino il presidente del Parlamento Europeo aveva deciso di sottoporre a scrutinio, è sparito. Invece, le parole d’ordine, pericolose, dei Cinque Stelle sono entrate nel discorso quotidiano dei cosiddetti democratici.

Per ultimo, il concetto di cancellare il debito contratto per la crisi sanitaria. Proposta fatta propria dallo stesso Sassoli, smentito e spernacchiato da tutte le autorità continentali. La sinistra italiana è guidata da personale incapace di leggere il XXI secolo e, per non perdere il proprio potere, ha venduto la propria storia e i propri valori a uno spregiudicato imprenditore delle nullità, che noleggia la democrazia per 300 euro a seggio. Quelli che scompariranno rischiano di essere loro, non Casaleggio.

4. Gli iscritti

Il sistema di reclutamento del personale politico che il clan Casaleggio ha elaborato, e che infatti non vuole cedere, è la fonte inesauribile di slancio dell’Associazione Rousseau. Casaleggio ha passato anni a profilare un esercito di aspiranti parlamentari che non devono fare altro che aspettare il proprio turno per diventare onorevoli. La concorrenza, gli altri partiti e perfino il Movimento parlamentare che si sta rivoltando contro Milano, cosa offrono? Come faccio a diventare parlamentare iscrivendomi al PD, alla corrente Di Maio, ad Azione di Carlo Calenda? Quali sono le probabilità di entrare a Montecitorio con loro, quali con Rousseau?

Con Rousseau mi basta convincere un bassissimo numero di persone a votarmi su di una piattaforma insicura e manipolabile. Al resto ci pensa Casaleggio. Davide Casaleggio vende un efficiente servizio di noleggio di seggi parlamentari a un costo estremamente ridotto, 300 euro al mese, se paragonato ai quasi 130mila euro di reddito garantito per cinque anni, nel caso si venga eletti. Tutti gli altri partiti, al contrario, chiedono un versamento anticipato per essere candidati.

5. Lo spazio politico

Siamo sicuri che lo spazio politico che hanno finora occupato i Casaleggio sia scomparso? Io sono convinto di no. In parte perché il messaggio è tenuto volutamente semplice affinché raggiunga il maggior numero possibile di persone (lo scrive lo stesso Casaleggio in Tu sei Rete). In parte perché quei voti sono funzionali ai concorrenti che sanno, adesso, di poter contare su di una realtà disponibile a governare con chiunque. Ma c’è un altro fattore importante: Casaleggio ha dimostrato di saper adattare la propria strategia sulla base del contesto che muta. Ha creato una struttura di potere sufficientemente resiliente, o elastica, da permettere di riempire qualsiasi vuoto politico si crei. Un filler democratico che s’insinua nelle crepe della società e se ne approfitta per perpetuare sé stesso.

6. La legge elettorale

Il Clan Casaleggio e il suo tentacolo politico costituito da Rousseau e dal Movimento Cinque Stelle sono pensati per funzionare con qualsiasi sistema elettorale. Ma è chiaro che la situazione che in Italia si è creata, con un minore numero di seggi disponibili dalla prossima legislatura e la prospettiva di una legge proporzionale, favorirà il M5s anche se dovesse perdere molti voti. Anche con una percentuale dimezzata o men che dimezzata, diciamo tra il 12 e il 15 percento, il partito di Casaleggio sarà determinante per la costituzione di una maggioranza. Ma pure ci fossero altre opzioni e il Movimento fosse relegato all’opposizione non sarebbe un problema. Il Sistema funziona, e l’abbiamo visto, anche meglio all’opposizione.

7. I soldi (m5s è più “efficiente”)

Il fattore soldi è determinante. Si avvicina una crisi economica che colpirà duro e tutte le imprese ne risentiranno. Anche le imprese politiche. I partiti hanno costi elevatissimi per le proprie infrastrutture, soprattutto le sedi fisiche, e su di esse basano buona parte della loro capacità di raccogliere, organizzare, gestire il consenso. Rousseau ha un sola sede fisica, poco personale (circa dieci persone), e una capacità di convincere volontari operativi molto elevata. Ha tecnicamente ragione Casaleggio quando dice che sono in grado di offrire un servizio migliore a un costo inferiore.

M5s, Civil War.

Ancora sull’elezione di Joe Biden: le ripercussioni arrivano in Regno Unito dove viene allontanato dallo Staff di Boris Johnson il suo più fidato consigliere, mentre il rischio di compromettere l’accordo commerciale con gli Stati Uniti rende più vicina l’ipotesi di una ulteriore proroga, almeno parziale, della Brexit.

Il commento sugli Stati Generali del Movimento 5 Stelle: una guerra civile in vista per i prossimi due anni, mentre Casaleggio vince di fatto questa fase, mantenendo il proprio ruolo su cui, sembra, non ci sarà nessuna votazione.

Intervento a Radio Radicale: Gli Stati Generali del Movimento 5 Stelle

Conversazione con Nicola Biondo e Marco Canestrari sugli stati generali del Movimento 5 Stelle.

Puntata di “Lo stato del Diritto: Gli Stati Generali del Movimento 5 Stelle” di mercoledì 11 novembre 2020 che in questa puntata ha ospitato Irene Testa (tesoriera del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito), Nicola Biondo (giornalista e scrittore), Marco Canestrari (informatico, già collaboratore della Casaleggio Associati).

Tra gli argomenti discussi: Casaleggio, Conflitto D’interessi, Crimi, Di Battista, Diritto, Economia, Elezioni, Fico, Grillo, Guardia Di Finanza, Moby, Movimenti, Movimento 5 Stelle, Parlamento, Partiti, Partito Democratico, Philip Morris, Piattaforma Rousseau, Politica, Riciclaggio.

The Biden problem

Nuovi episodi stressano la tenuta del governo Conte II: l’inchiesta sulle donazioni a Rousseau, Renzi sotto indagine, l’elezione di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti.

Cosa si è sbagliato nell’analisi delle destre dopo la caduta del Muro di Berlino? Una carrellata da Berlusconi a Farage passando per Casaleggio e Podemos.

I vostri vocali con le risposte su Conte e il ministro Pisano.

Silvio scalda i motori

Ci sono alcuni segnali che preannunciano cambi nella maggioranza. Forza Italia manda segnali di disponibilità. La legislatura reggerà, nessuno si assumerà al responsabilità di andare al voto in piena pandemia, ma il governo Conte soffre per l’incapacità di governare la crisi e per lo scontro interno al Movimento Cinque Stelle.

Un audio di Alessandro Di Battista rende bene quale sia lo scontro: si tratta della regola dei due mandati. L’ex deputato e Casaleggio, su questo, stanno conducendo due campagne coordinate, e l’Erede ricorda che Vito Crimi resterà capo politico solo fino al 31 dicembre 2020.

Ne parliamo anche con Jonathan Targetti, con cui ho chiacchierato anche di +Europa, Renzi, Calenda.

Infine, un mio commento sulla gestione in occidente della pandemia: inserire il tempo, risorsa scarsa e preziosa, nell’equazione può aiutare a capire quali provvedimenti siano i più saggi ed efficaci.

La furbata di Davide

Nell’episodio di questa settimana:

Gli Stati Generali

Il congresso del M5s non riguarda solo la linea politica. In gioco c’è soprattutto il futuro degli “stakeholder”, i portatori d’interesse che giocano questa partita. Davide Casaleggio, Beppe Grillo, i parlamentari di prima nomina – che possono essere ricandidati – quelli che stanno esaurendo il secondo mandato, gli attivisti che aspettano il proprio turno. Finora si sono espressi chiaramente la corrente di Dalila Nesci, quella di Nicola Morra, quella di Luigi Di Maio e quella di Alessandro Di Battista. Oltre, ovviamente, al proprietario della baracca: Davide Casaleggio, che ha pronto un partito di scorta grazie a una furbata…

Qui PD

Una chiacchierata con Nicolò Carboni, membro dell’Assemblea e della Direzione del Partito Democratico. Il ruolo storico e quello futuro del partito di Zingaretti, ancora segretario dopo aver giurato di non voler governare con il Movimento 5 Stelle. E poi, la candidatura di Carlo Calenda a sindaco di Roma, le primarie, la collocazione internazionale dell’Italia in vista del voto americano.

Le mille associazioni gialle

I Casaleggio hanno scarso rispetto per la legge. Non concepiscono il concetto di regole comuni. Soprattutto Gianroberto aveva un approccio inverso rispetto a quanto si dovrebbe. Come racconta Nicola Biondo nei nostri libri, quando qualcosa che proponeva si facesse era sostanzialmente illecito, rispondeva spesso “trovate una norma che lo permetta”. È in questo contesto che questi pasticcioni hanno concepito il Movimento 5 Stelle, prima come attività secondaria della propria società – Casaleggio Associati – poi attraverso ben quattro soggetti giuridici diversi, con l’aggiunta dei comitati elettorali e quello per le restituzioni.