Conflitto di interessi 2.0

Tanta è la confusione ai vertici del MoVimento.

Ieri a Napoli sono stati ascoltati come testimoni Alessandro Di Battista e Davide Casaleggio, in un processo contro l’ex attivista del MoVimento 5 Stelle Angelo Ferillo. Le cronache sottolineano le incongruenze tra le loro dichiarazioni: discordano le versioni sull’esistenza o meno, tra il 2014 e il 2015, di un organo di appello su espulsioni ed esclusioni dalle candidature. È certamente importante: uno tra loro mente o non sa come funziona il partito che gestisce.

C’è dell’altro, però: Davide Casaleggio ha confermato la natura commerciale del Blog di Grillo e il fatto che la piattaforma di voto è stata gestita prima dalla sua azienda, Casaleggio Associati (“per spirito di servizio”), poi dalla sua Associazione Rousseau, la quale — vale la pena di ricordare — l’anno scorso assunse proprio dalla srl Pietro Dettori.

Casaleggio, nel goffo tentativo di fare chiarezza sul proprio ruolo, quello della sua azienda e del funzionamento del partito, non fa che confermare l’ambiguità che caratterizza l’architettura del MoVimento 5 stelle.

Il problema non sono i profitti: né Casaleggio Associati né altri si sono arricchiti grazie alla gestione del partito. Il problema è cosa guida le politiche del MoVimento.

Non basta cambiare la testata degli articoli del Blog di Grillo, chiamandolo Blog delle Stelle: oltre alle parole di Casaleggio ci sono i credits all’azienda nella homepage, in cui resta la denominazione “Blog di Beppe Grillo”, a ricordarci che si tratta ancora di un’iniziativa commerciale. Anche se stando ai bilanci va male, resta il fatto che quel sito è il posto più noto, e ambito, dove gli eletti possono pubblicare i loro articoli e video, rendersi riconoscibili e garantirsi una base elettorale, interna ed esterna al partito.

Se il fine è commerciale, i contenuti sono selezionati dall’editore per massimizzare i profitti e gli eletti sono indotti ad affrontare temi adatti al Blog secondo criteri commerciali e non necessariamente politici.

C’è un evidente conflitto di interessi, tanto più grave in quanto l’editore del Blog è anche il responsabile della piattaforma di voto Rousseau. Nessuno può escludere che, grazie a questa doppia veste, questi possa avere accesso ai comportamenti degli eletti su Rousseau, individuare chi affronti temi più adatti alle attività commerciali del Blog e così premiarli permettendo loro la pubblicazione di contenuti a danno di altri eletti.

Davide Casaleggio può esercitare un controllo di fatto sul primo partito del Paese senza alcun tipo di contrappeso democratico, senza che il suo ruolo, non previsto dallo Statuto, possa essere messo in discussione, grazie all’ambigua architettura di gestione degli strumenti informatici e delle iniziative editoriali ideate e amministrate dalla sua azienda e dalla sua associazione.