Il voto su Rousseau non è certificato

Il 31 agosto 2019, prima del voto sul governo M5s-PD, Casaleggio pubblica sul sito dell’Associazione Rousseau – il Blog delle Stelle – quelle che chiama 10 “fake news” da sfatare sulla sua piattaforma. In questo articolo commentiamo la quinta e la sesta, sulle possibili manipolazioni dei risultati e la certificazione del voto.

Sostiene Casaleggio che ogni modifica del codice, ogni accesso al database, ogni azione amministrativa è tracciata, quindi se succede qualcosa durante il voto, come un attacco esterno, si potrebbe correre subito ai ripari.

Ciò è ovviamente un bene, ma c’è un problema: ci sono tipologie di attacchi che non sono facilmente rilevabili, non lo sono per nulla o ci si accorge con ritardo di averle subite. Spiega l’esperto di sicurezza informatica Gianni Cuozzo che il 70% degli attaccati non sa di esserlo, o di esserlo stato. Quelle di cui parla Casaleggio sono giuste precauzioni, ma totalmente insufficienti.

Ma il voto è comunque certificato da un ente terzo, dice Casaleggio. Falso. Falso. Falso. Primo: non esistono enti terzi che certificano voti online. Proprio in occasione del voto sul governo M5s-PD, dopo il voto hanno rilasciato un documento tra il ridicolo e l’incredibile.

Un notaio pagato da Casaleggio, che è lo stesso che ha firmato la nascita del “nuovo M5s” certificava di aver visto a monitor l’esito del voto mentre il provider che amministra i server ha rilasciato i dati di traffico. Stop.

Qui non c’è nessun ente terzo e soprattutto nessuna certificazione del voto.

Né mai c’è stata.