Rousseau: cinque domande a David Borrelli

Ieri, un articolo del Foglio a firma Luciano Capone svela un fatto importante e inquietante. C’è un europarlamentare del MoVimento 5 Stelle, David Borrelli, vicinissimo a Casaleggio padre e a Beppe Grillo, che ha acconsentito a fare sostanzialmente da prestanome allo stesso Grillo come socio nell’associazione Rousseau.

Le sue parole sono inquietanti: “non so nulla, sono in quell’associazione perché Beppe mi ha chiesto di esserci, ma è come se non ci fossi. Meno so meglio è”.

Nello stesso articolo si fa notare come non siano pubblici né lo statuto né il bilancio analitico di Rousseau. Si sa quanti soldi sono stati raccolti, quanti ne sono stati spesi, ma non si sa per cosa e con quali fornitori.

Non si conosce nemmeno quali siano esattamente le misure adottate, come richiesto dal Garante della Privacy, per tutelare i dati personali degli iscritti raccolti dalla piattaforma Rousseau che è gravemente, e in alcuni casi illecitamente, carente in termini di sicurezza, progettazione, procedure.

David Borrelli, però, è socio dell’associazione Rousseau e ne ha firmato il bilancio. Ha dunque i mezzi per fare luce, tanto più che ora, con il nuovo statuto del MoVimento, l’Associazione Rousseau di Davide Casaleggio è un organo ufficiale, che gestisce e gestirà una importante quantità di denaro. Borrelli è inoltre un membro del Parlamento Europeo eletto: gli è richiesto un grado di trasparenza maggiore a quella che può essere richiesto a un privato cittadino.

Pertanto chiediamo a David Borrelli:

  • Può fornire copia dello Statuto dell’Associazione Rousseau, di cui lei fa parte?
  • Può fornire copia del bilancio analitico dell’Associazione Rousseau, affinché se ne conoscano i fornitori?
  • Può fornire copia della policy di sicurezza per il trattamento dei dati e lo sviluppo degli strumenti informatici?
  • Con quale scopo Grillo le chiese di far parte dell’Associazione Rousseau?
  • Lei ha dichiarato, in merito alla gestione da parte di Davide Casaleggio dell’Associazione Rousseau: “meno ne so, meglio è”. Può chiarire il significato di queste parole? È a conoscenza di condotte illegittime o illecite?

Le domande sono state inviate all’On. Borrelli via mail, al suo indirizzo ufficiale di Europarlamentare, e per conoscenza al Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e al Vicepresidente del Parlamento Europeo del M5S Fabio Massimo Castaldo.

Rousseau e il controllo del voto

Le primarie di Roma monitorate da Milano

Beppe Grillo e Filippo Pittarello

Il Garante della Privacy ha dimostrato che i voti su Rousseau non sono sicuri né, soprattutto, segreti. Il concretizzarsi di questo pericolo è ben descritto in Supernova — Com’è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle.

Se c’è una persona che può spiegare in che modo viene controllato da Milano il voto su Rousseau è Filippo Pittarello, ex dipendente di Casaleggio Associati, ora funzionario M5S al Parlamento Europeo, molto vicino a David Borrelli dell’Associazione Rousseau. Ecco il racconto di chi quelle primarie le ha vissute “in diretta”, estratto dal libro.

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Agostini [del MeetUp di Roma] ha rapporti diretti e molto amichevoli con Casaleggio e quando a Roma arriva il momento di presentarsi alle elezioni — siamo alla fine del 2012 — è lui che organizza le primarie online per le elezioni comunali. Non sulla piattaforma della Casaleggio ma su un server autonomo: cittadini informati e democrazia diretta come stelle polari.

L’affluenza è buona, per i candidati a sindaco si organizza anche un confronto pubblico con un format in pieno stile televisivo. Tutto è pronto per scegliere chi sfiderà Ignazio Marino. Dopo il successo di febbraio c’è chi crede possibile conquistare anche il Campidoglio.

L’unico a non crederci, anzi a sperare che questo non succeda è proprio Beppe Grillo. “Se la tenessero Roma…” dice di fronte a molti testimoni.

Sa che il MoVimento non è attrezzato a quel salto, stare all’opposizione è in fondo molto più comodo, almeno in quel momento.

Comunque sia, nel 2013 i miti fondativi del MoVimento sulla carta ancora reggono.

Ma da Milano arriva l’ordine, puntuale.

“Fu deciso” racconta Agostini “contro ogni logica di far votare il candidato sindaco sulla loro piattaforma. Provai a parlarne con Gianroberto ma fu irremovibile. Ma quello che mi sorprese fu altro. Quando gli chiesi se pensava di far verificare le votazioni online da un ente terzo la sua risposta arrivò come un maglio: ‘Col cazzo che faccio entrare una società estranea nel mio database…’”

Non finisce qui.

A Roma dopo anni di dissapori e divisioni, c’è un candidato forte: si chiama Daniele Frongia.

Il suo sfidante è meno conosciuto ma è appoggiato da Roberta Lombardi, in quel momento capogruppo e presidente del M5S alla Camera.

A Roma, l’attivismo ha una frattura: o stai con Roberta o sei suo nemico.

Il suo candidato è Marcello De Vito: apprezzato sì ma a dire di molti — tra cui anche Grillo — privo di fascino.

Agostini è molto legato a Frongia. E il giorno delle votazioni sul Blog è sulle spine.

“Decidono i cittadini, decidono i romani, non i partiti.” È uno degli slogan del MoVimento.

“Per questo” continua Agostini “quando ricevo la chiamata da Milano rimango di sasso. Era Filippo Pittarello che voleva avvertirmi che Daniele era nettamente in testa…”.

Agostini è sorpreso perché questo significa che il software della Casaleggio permette a chi ha le password di osservare in tempo reale chi vota, come vota. Una situazione che apre la porta a qualsiasi sospetto, anche i peggiori.

Il pensiero di Agostini torna a quel diktat, alla decisione di trasferire le votazioni da un server indipendente a quello della Casaleggio.

Ma le sorprese di quel giorno di marzo non finiscono qui.

Per tutto il pomeriggio da Milano confermano il trend su Frongia, sarà lui il candidato del MoVimento a Roma.

Pochi minuti dopo la chiusura delle votazioni Agostini però riceve un’altra chiamata da Milano. Al telefono è sempre Pittarello, “Mi spiace, Marco, comunica a Daniele che non ce l’ha fatta, ha vinto Marcello…”.


Io e Nicola Biondo abbiamo scritto come nasce, cresce e muta il MoVimento 5 Stelle in Supernova — Com’è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle. Eravamo stretti collaboratori di Gianroberto Casaleggio; eravamo, dal 2007 al 2014, lì dove le cose succedevano: nello studio di Milano, dove il M5S è nato, e nell’ufficio Comunicazione della Camera. In questo libro raccontiamo la storia di come il sogno di Gianroberto Casaleggio sia diventato un pericoloso inganno.

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