Il mondo va meglio. Male, ma meglio

Ho accennato ieri, parlando del discorso di Dario Corallo all’assemblea PD, al fatto che è sbagliato dire che il mondo vada “peggio“. Un lettore mi ha contestato quest’affermazione. Non mi riesce difficile capire come mai, ma purtroppo è la pura e semplice verità: il mondo va meglio. Male, ma meglio.

Male, nel senso che la povertà non è stata sconfitta, ancora. Meglio, perché ci sono sempre meno poveri, sia in percentuale che in valore assoluto.

Male, nel senso che l’aspettativa di vita non è alta ovunque. Meglio, perché è ovunque più alta di alcuni decenni fa.

Questo paradigma vale per decine e decine di parametri.

Non è un concetto immediato, lo capisco, ma è così: le cose possono andare sia “male” in termini assoluti che meglio, cioè essere migliori rispetto a un periodo d’analisi precedente.

È spiegato molto bene in un libro che ho letto la scorsa estate: Factfullness. Vengono analizzati alcuni dati, alcuni trend e smontate alcune credenze consolidate sullo stato del mondo e su svariate tematiche. Lo consiglio vivamente perché lo ritengo illuminante. L’autore, Hans Rosling che purtroppo è mancato pochi anni fa, è anche relatore di alcuni meravigliosi TED talks, che trovate a questo indirizzo. C’è anche un sito, gapminder.org, che fornisce strumenti per “vedere” come si è evoluto il mondo negli ultimi duecento anni.

Nel volume, Rosling spiega pure come nella sua esperienza di conferenziere abbia potuto incontrare numerosissimi uomini e donne titolari di grandi responsabilità politiche ed economiche. La tragedia è che anche la maggior parte di loro ha una visione del mondo completamente sbagliata, basata su fatti veri magari cinquanta o settant’anni fa.

Credo che qualsiasi proposta politica non possa che partire dai dati reali, veri, certificati. Anche Dario Corallo, purtroppo, ha dimostrato di non conoscerli.