Casaleggio Review

Davide Casaleggio ha rilasciato l’ennesima intervista, come sempre al Corriere della Sera. Come ricordavo pochi giorni fa i Casaleggio hanno sempre avuto un rapporto ambiguo coi giornali. Dicono e fanno dire di disprezzarli, ma li usano (e questi si fanno usare) quando torna utile.

In questo caso, l’esigenza era quella di rispondere a un articolo del Fatto Quotidiano scritto da Carlo Tecce insieme al vicedirettore Stefano Feltri. Tema: Casaleggio da mesi organizza incontri e cene dove si sospetta approfitti del suo doppio ruolo di presidente di Casaleggio Associati e Associazione Rousseau per i propri affari. Fa piacere che il conflitto d’interessi che da mesi sto denunciando stia facendo breccia.

Nota di colore: non è un caso che la risposta sia sul giornale concorrente. Davide coltiva sia un ottimo rapporto col Corriere che un pessimo rapporto col Fatto Quotidiano da quando, nel 2010, Padellaro e soci rifiutarono di affidare alla sua società la gestione del sito (ho ricostruito la vicenda in Supernova).

Veniamo all’intervista.

Casaleggio nega di fare lobbing (“sta scherzando?”). L’azienda, dice, ha sempre raccolto sponsor, anche prima che il Movimento fosse al governo. Le aziende a proprietà pubblica, come Poste, si sono però fatte vive solo quando il Movimento è sbarcato in Parlamento. Interessante anche il fatto che vecchi sponsor dell’azienda siano poi diventati assessori nelle giunte del Movimento. È accaduto a Roma, con l’ex assessore Adriano Meloni, amministratore delegato di Expedia quando il colosso del turismo finanziava le ricerche di Casaleggio Associati.

Il fatto, però, che l’azienda dell’Erede offrisse ai propri partner una rete di contatti privilegiata non è una congettura del Fatto, del Corriere o mia. È proprio uno dei vantaggi che veniva presentato nel “pacchetto” di sponsorizzazione che Casaleggio Associati offriva ai propri partner. L’ho raccontato qui.

Il Corriere sottolinea come sia curioso che il governo stanzi fondi per la Blockchain l’anno della ricerca di Casaleggio sulla Blockchain. Casaleggio parte col pistolotto sul fatto che in tutto il mondo si parla di Blockchain. Vero. Omette di dire, però, che ancora un’applicazione funzionale di questa tecnologia, fatte salve le criptovalute, ancora pare non esserci. Ne riparleremo in modo molto approfondito: per il momento vi lascio questo articolo che spiega come le consulenze su Blockchain, come quelle che vuole fornire Casaleggio, abbiamo di solito un tasso di successo dello 0%. ZERO PERCENTO. Indistinguibili da una truffa, dice il direttore di The Register.

L’intervista prosegue con una domanda sulla piattaforma Rousseau. Due cose interessanti: la prima è che conferma quanto vi dicevo pochi giorni fa. La nuova funzione “segnalazioni” serve a monitorare il dissenso soprattutto a livello locale. La seconda è che il prossimo anno sarà rilasciata una nuova versione del software proprietario con il voto su Blockchain. Ne ho già parlato tempo fa. È una supercazzola. La tecnologia blockchain, se serve a qualcosa, non serve per il voto elettronico. È inoltre una pessima idea, come spiega bene Stefano Quintarelli qui. Casaleggio non sa di cosa parla, oppure vi prende in giro.

Seguono tre-quattro domande di luoghi comuni sul rapporto tra Movimento e Lega, tenuta del governo e altre amenità. Di cui si chiede conto a Casaleggio, chissà poi perché visto che si definisce un “semplice attivista“.