Lanzalone, Casaleggio e i milioni di euro

È stato Luca Lanzalone a scrivere il nuovo Statuto del Movimento 5 Stelle e quindi a consegnare, di fatto, a Davide Casaleggio il potere negoziale e di condizionamento di cui gode nel Movimento 5 Stelle; e , soprattutto, la possibilità di raccogliere dai parlamentari M5s, nell’arco della legislatura, quasi sei milioni di euro per la sua Associazione privata, Rousseau.

Abbiamo raccontato in Supernova il “metodo Casaleggio” per la gestione delle relazioni, del potere e del denaro. Abbiamo scritto di come Davide Casaleggio utilizzi il suo ruolo di presidente dell’Associazione Rousseau per promuovere la propria immagine e la propria azienda; di come, secondo un ex dipendente di Casaleggio Associati, a Milano tenessero sotto controllo le elezioni per le primarie di Roma in tempo reale; di come Davide sia infine riuscito a blindare la sua associazione privata nello Statuto del Movimento 5 Stelle e imporre agli eletti una quota da versare a tale soggetto.

Sul Foglio, Luciano Capone ha documentato come Casaleggio sia diventato il dominus dell’Associazione Rousseau appena morto suo padre Gianroberto.

Oggi, grazie all’inchiesta sullo Stadio della Roma, sappiamo chi ha permesso a Davide Casaleggio di consolidare questo suo potere, non esplicitato in alcuna carica elettiva nel partito ma infilato nella scatola cinese dell’Associazione Rousseau: Luca Lanzalone. Nel “giro” dal 2016, è stato consulente per la giunta Nogarin a Livorno, per la giunta Raggi a Roma fino a diventare presidente di Acea e ha pure rappresentato, col suo studio, Grillo e il M5s nelle cause intentate da alcuni attivisti espulsi.

Repubblica e il Fatto scrivono oggi che Lanzalone, poche ore prima del suo arresto, era a cena con Davide Casaleggio* e alcuni importanti rappresentanti del Movimento. Il Fatto si spinge a ipotizzare che abbiano parlato di nomine e Marco Travaglio, nel suo editoriale, descrive il rapporto tra i due come “intimo”.

La stampa di oggi è sostanzialmente unanime nel ritenere che sia stato proprio Lanzalone a scrivere lo Statuto del Movimento che consegna all’Associazione Rousseau di Davide — e solo a lei — il compito di amministrare e sviluppare gli strumenti di democrazia diretta e la comunicazione ufficiale (Il Blog delle Stelle) del Movimento. Sulla base di questo Statuto, viene chiesto agli eletti in Parlamento (e nei consigli regionali) di versare una quota di trecento euro mensili all’Associazione. Oltre a sviluppare la piattaforma Rousseau, con risultati piuttosto scarsini finora dato che il Garante della Privacy ha aperto una pratica per il modo con cui vengono trattati i dati personali degli iscritti, Casaleggio ogni tanto usa questi soldi e l’organo ufficiale del partito di governo per pubblicare le proprie interviste sui rapporti prodotti dalla sua Azienda — Casaleggio Associati.

Di recente Casaleggio ha lanciato l’iniziativa “Rousseau Open Academy”: ci apriamo al mondo creando uno spazio per tutti coloro che vogliano mettersi a disposizione degli altri per creare questa conoscenza”. Un’iniziativa culturale promossa dalla sua Associazione privata, insomma, che gli permetterà di ampliare la sua rete di relazioni all’estero. A nome di Rousseau, però, non a nome del Movimento, anche se i finanziamenti arrivano dalle donazioni dei parlamentari e degli attivisti che frequentano il Blog delle Stelle.

Davide si è costruito, grazie anche all’aiuto di Lanzalone, un ruolo centrale anche se non strettamente politico, non sottoposto a controllo democratico: il presidente di Rousseau non viene eletto, quindi non è in discussione; Rousseau è l’unico fornitore possibile da Statuto del Movimento, quindi non può essere cambiato. Casaleggio usa questo ruolo anche per promuovere se stesso e le sue attività di imprenditore: quando i giornalisti lo incontrano agli eventi, sono costretti a chiedergli se parla nel suo ruolo di Presidente di Rousseau o Presidente di Casaleggio Associati.

Viene da chiedersi se sia democraticamente igienico, ammesso che l’episodio sia confermato, che Davide Casaleggio, che tanto deve a Luca Lanzalone, venga invitato alle cene con esponenti del partito e con lo stesso Lanzalone per parlare di “nomine”.

Il MoVimento di Casaleggio

Se ne sono accorti già un po’ tutti: il nuovo Blog di Grillo non è come il “passo di lato” del 2014, su cui poi è tornato. Non è come il padre che accompagna suo figlio all’aeroporto e lo vede iniziare la sua vita da adulto.

Il messaggio con cui Beppe ha lanciato la sua “nuova avventura” è una nostalgica dichiarazione di guerra. Si è reso conto — e chissà se Supernova lo ha aiutato — di essere stato raggirato, scavalcato, scalato e tradito, complice la morte dell’amico Gianroberto.

Ho conosciuto Beppe: sono ancora convinto, anche se so che molti della “vecchia guardia” non la pensano così, che certi gesti gli siano risultati innaturali. Non voglio credere che si sia sentito a suo agio nel trattare come tutti sappiamo i vari “epurati” della storia del MoVimento, alcuni dei quali erano diventati suoi amici personali.

Comunque, ormai il dado è tratto.

Negli ultimi giorni è diventato chiaro che quello di Beppe non è un semplice allontanamento dal Movimento, ma assomiglia sempre di più a un sabotaggio. Per quale motivo al mondo, a quaranta giorni dalle elezioni politiche che potrebbero portare il M5S al governo, dopo averlo visto attraversare il Canale di Sicilia a nuoto e girare l’Italia durante lo Tsunami Tour del 2013, avrebbe dovuto compiere una mossa così drastica, privare il partito della sua indubbia capacità mediatica, se non perché non ci vuole mettere più la faccia?

Il distacco dal passato è clamorosamente definitivo e profondo: i vecchi post sono stati maldestramente copiati sul Blog delle Stelle, mentre dal nuovo beppegrillo.it sono spariti, come la possibilità di commentare. La cancellazione della memoria storica del MoVimento, della sua community virtuale, delle sue abitudini, perfino, passa anche e soprattutto da questi dettagli.

Sarebbe ora di cominciare a chiamarlo il MoVimento di Casaleggio, di chiamarli casaleggini. Il MoVimento di Beppe Grillo è morto e sepolto, ma questo, se avete letto il libro, lo sapete già.

Le mani dei Casaleggio

Come trasformare un partito in un asset commerciale

Davide Casaleggio

Sono ormai dieci anni che i Casaleggio cercano di ottenere soldi per i propri progetti utilizzando processi, strutture o — indirettamente — cariche pubbliche. Sembra che pochi abbiano chiaro il quadro generale.

Siamo oltre il conflitto di interessi: siamo di fronte all’utilizzo di un partito come asset commerciale da parte di un ente privato.

La prima volta che da Milano provarono a gestire soldi pubblici c’eravamo: fu per i rimborsi referendari se fossero passati quelli promossi al V2-Day; poteva essere un’ingenuità. La seconda fu la “necessità di fare chiarezza organizzativa” aprendo l’associazione Rousseau, come rivelò a Supernova un alto funzionario del M5S descrivendo Davide Casaleggio come “non capace”: in quel caso, Davide fece assumere da Rousseau un proprio dipendente e i parlamentari, nell’esercizio delle proprie funzioni, cominciarono a sponsorizzare l’Associazione e i suoi prodotti. A che titolo? In base a quali accordi’ Adesso non sembrano esserci più dubbi sui reali fini dell’Erede.


In libreria e su Amazon

In Supernova — Com’è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle, abbiamo raccontato come Davide Casaleggio abbia accesso e gestisca tutti processi democratici del MoVimento e come, di fatto, possa esercitare la sua influenza su programmi e candidati del partito.

Leggi tutta la storia su Supernova — Com’è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle, disponibile su Amazon.


Il nuovo codice etico del M5S prevede il versamento da parte di tutti gli eletti del MoVimento di una quota per il “mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l’attività dei gruppi”, cioè della piattaforma Rousseau, come confermato nell’ultima intervista al Corriere della Sera, sviluppata da Casaleggio Associati e oggi di proprietà dell’Associazione Rousseau di cui è presidente Davide Casaleggio.

Casaleggio chiede quindi di finanziare la sua associazione privata imponendo una tassa ai futuri parlamentari. La prima obiezione è: lo fanno anche i partiti. No. I parlamentari dei partiti sono invitati a versare parte dei propri stipendi pubblici al partito che li ha eletti. Non è una pratica sana, ma almeno i soldi vengono versati all’entità politica che si presenta ufficialmente alle elezioni.

Casaleggio fa un’operazione completamente diversa: i soldi non servono alla conduzione dell’associazione MoVimento 5 Stelle che si presenterà al voto, ma alle attività di sviluppo informatico dell’associazione privata Rousseau, presidente non eletto, non eleggibile e non sindacabile Davide Casaleggio. Rousseau sviluppa un software, tecnicamente scadente, pieno di falle di sicurezza e verosimilmente sviluppato da un programmatore diversamente esperto, che viene concesso in uso al MoVimento 5 Stelle.

Il giorno in cui il MoVimento si scioglierà o deciderà di non usare più Rousseau, l’associazione avrà usufruito lungo la prossima legislatura di una valanga di soldi e si potrà tenere il software, i dati e il know how eventualmente acquisito.

È come se Berlusconi imponesse l’acquisto di un abbonamento a Mediaset Premium ai suoi parlamentari, né più né meno.

Quello che sta accadendo sembra la compravendita di un bene pubblico — alcuni seggi — per la cui assegnazione si è acquisita un’influenza tale da poter imporre agli eletti una quota da versare a un ente totalmente privato e scollegato dal processo elettivo. Ci chiediamo se esista un reato per questa condotta e se qualche magistrato non abbia intenzione di perseguirlo.

Marco Canestrari e Nicola Biondo


Io e Nicola Biondo abbiamo scritto come nasce, cresce e muta il MoVimento 5 Stelle in Supernova — Com’è stato ucciso il MoVimento 5 Stelle. Eravamo stretti collaboratori di Gianroberto Casaleggio; eravamo, dal 2007 al 2014, lì dove le cose succedevano: nello studio di Milano, dove il M5S è nato, e nell’ufficio Comunicazione della Camera. In questo libro raccontiamo la storia di come il sogno di Gianroberto Casaleggio sia diventato un pericoloso inganno.

Supernova è disponibile su Amazon.

Conflitto di interessi 2.0

Tanta è la confusione ai vertici del MoVimento.

Ieri a Napoli sono stati ascoltati come testimoni Alessandro Di Battista e Davide Casaleggio, in un processo contro l’ex attivista del MoVimento 5 Stelle Angelo Ferillo. Le cronache sottolineano le incongruenze tra le loro dichiarazioni: discordano le versioni sull’esistenza o meno, tra il 2014 e il 2015, di un organo di appello su espulsioni ed esclusioni dalle candidature. È certamente importante: uno tra loro mente o non sa come funziona il partito che gestisce.

C’è dell’altro, però: Davide Casaleggio ha confermato la natura commerciale del Blog di Grillo e il fatto che la piattaforma di voto è stata gestita prima dalla sua azienda, Casaleggio Associati (“per spirito di servizio”), poi dalla sua Associazione Rousseau, la quale — vale la pena di ricordare — l’anno scorso assunse proprio dalla srl Pietro Dettori.

Casaleggio, nel goffo tentativo di fare chiarezza sul proprio ruolo, quello della sua azienda e del funzionamento del partito, non fa che confermare l’ambiguità che caratterizza l’architettura del MoVimento 5 stelle.

Il problema non sono i profitti: né Casaleggio Associati né altri si sono arricchiti grazie alla gestione del partito. Il problema è cosa guida le politiche del MoVimento.

Non basta cambiare la testata degli articoli del Blog di Grillo, chiamandolo Blog delle Stelle: oltre alle parole di Casaleggio ci sono i credits all’azienda nella homepage, in cui resta la denominazione “Blog di Beppe Grillo”, a ricordarci che si tratta ancora di un’iniziativa commerciale. Anche se stando ai bilanci va male, resta il fatto che quel sito è il posto più noto, e ambito, dove gli eletti possono pubblicare i loro articoli e video, rendersi riconoscibili e garantirsi una base elettorale, interna ed esterna al partito.

Se il fine è commerciale, i contenuti sono selezionati dall’editore per massimizzare i profitti e gli eletti sono indotti ad affrontare temi adatti al Blog secondo criteri commerciali e non necessariamente politici.

C’è un evidente conflitto di interessi, tanto più grave in quanto l’editore del Blog è anche il responsabile della piattaforma di voto Rousseau. Nessuno può escludere che, grazie a questa doppia veste, questi possa avere accesso ai comportamenti degli eletti su Rousseau, individuare chi affronti temi più adatti alle attività commerciali del Blog e così premiarli permettendo loro la pubblicazione di contenuti a danno di altri eletti.

Davide Casaleggio può esercitare un controllo di fatto sul primo partito del Paese senza alcun tipo di contrappeso democratico, senza che il suo ruolo, non previsto dallo Statuto, possa essere messo in discussione, grazie all’ambigua architettura di gestione degli strumenti informatici e delle iniziative editoriali ideate e amministrate dalla sua azienda e dalla sua associazione.